Musica dal profondo: Viaggio all'origine della storia e della musica
Siamo l’unica specie in grado di creare musica e di goderne, da soli o in compagnia. La nostra passione per le note è una di quelle peculiarità...
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Siamo l’unica specie in grado di creare musica e di goderne, da soli o in compagnia. La nostra passione per le note è una di quelle peculiarità che ci rendono umani, e per questo motivo può anche dirci qualcosa su chi siamo, da dove veniamo e dove andiamo. Lo sanno bene gli etnomusicologi, che studiano le espressioni musicali di popolazioni indigene, portando alla luce pezzi del puzzle dell’umanità. Tra essi c’è lo statunitense Victor Grauer, che rispetto ai suoi colleghi ha cercato di ampliare ulteriormente la gamma degli strumenti di indagine, inserendo anche i recenti risultati ottenuti dagli studi genetici di popolazioni. Il connubio di musica e geni è il tratto distintivo del suo libro Musica dal profondo, in edicola con «Le Scienze» di giugno e in vendita nelle librerie per Codice Edizioni.I genetisti hanno dimostrato che le attuali popolazioni di pigmei e boscimani sono dirette discendenti di quella piccola popolazione di esseri umani che tra 70.000 e 100.000 anni fa iniziò a colonizzare i territori fuori del continente africano, un’impresa di cui ora vediamo il risultato sotto forma di presenza umana in ogni angolo del mondo. Tutti gli esseri umani che oggi vivono al di fuori dell’Africa hanno come antenato quel piccolo gruppo di africani che si mise in cammino alla conquista del mondo.Pigmei e boscimani hanno anche un altro tratto distintivo in comune. Nonostante siano separate da migliaia di chilometri e vivano in aree dell’Africa assai diverse, entrambe le popolazioni condividono un linguaggio musicale distintivo, probabilmente lo stesso cantato dai nostri antenati poco prima dell’uscita dell’Africa. A sua volta quindi questo linguaggio musicale condiviso da popolazioni distanti geograficamente potrebbe essere il retaggio culturale di una popolazione ancestrale dalla quale derivano sia pigmei e boscimani sia tutti gli altri gruppi etnici del pianeta. Anzi, di più. Secondo Grauer quel linguaggio musicale potrebbe essere uno degli elementi di un’ipotetica cultura di base della popolazione ancestrale appena citata, da cui sono derivate tutte le culture successive. Ma se tutto questo è plausibile, allora è possibile usare questa ipotetica cultura di base per un’esplorazione sistematica della storia culturale umana passata e presente. Lo studio delle tradizioni musicali, ovvero il lavoro degli etnomusicologi, è come la misurazione di un parametro che fornisce indizi su cui costruire scenari e il lavoro dei genetisti permette di collegare a doppio filo le relazioni tra gli indizi, in altre parole permette di dare un quadro ancora più coerente alle ricostruzioni.Il mentore intellettuale di questa operazione è un amico e maestro di Grauer: lo statunitense Alan Lomax, scomparso poco più di dieci anni fa. Etnomusicologo, antropologo e produttore discografico, Lomax aveva tra l’altro inventato la cantometrica, la misura sistematica della canzone e al tempo stesso l’uso della canzone come parametro di misura della cultura. E proprio come Lomax, che nei suoi viaggi di studio aveva raccolto materiali sonori oggi disponibili gratuitamente on line, anche Grauer dà ai lettori la possibilità di ascoltare esempi audio e video citati nel testo e provenienti da diverse culture. Basta collegarsi al suo blog, dove ha avuto inizio questo viaggio in una delle arti umane per eccellenza, che è prima di tutto un godimento per lo spirito, poi tutto il resto.
- Format:Mass Market Paperback
- Pages:265 pages
- Publication:2015
- Publisher:Le Scienze
- Edition:
- Language:ita
- ISBN10:
- ISBN13:
- kindle Asin:B0DM11952L